Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

martedì 10 gennaio 2012

Uno Bianca. Occhipinti in semilibertà. La reazione delle Vittime.

Tratto da Corriere del Veneto

LA RABBIA DEI PARENTI - «Siamo fuori dalla grazia di Dio». Questa la reazione di Rosanna Zecchi, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, informata della semilibertà ottenuta da Marino Occhipinti. «Gli auguro solo - ha detto al telefono con l'agenzia Ansa - di non pentirsene». La notizia «amareggia» l'associazione, anche se dopo la richiesta fatta nei giorni scorsi «io me lo immaginavo, ma speravo che tenessero conto di quello che lui ha fatto. Ne prendo atto, ma sono perplessa. Non so cosa dire». Forse la decisione del tribunale è dovuta, ha detto ancora Zecchi, «a questa cosa che vogliono liberare le carceri». Occhipinti, ha sottolineato la presidente dell'associazione, «ha ucciso una persona, un giovane. Poi si è dissociato dicendo che fu un atto di debolezza. Ma non è stato così: è stato zitto per sette anni. Se avesse parlato, altri si sarebbero potuti salvare. Lui sapeva che cosa agiva nella questura di Bologna». «Ho il coraggio di ammazzarlo, solo così posso star bene». Così, ai microfoni di Sky Tg 24, ha risposto Luigi, l'anziano padre di Carlo Beccari, commentando la semilibertà ottenuta da Marino Occhipinti. «Ho provato un grande dispiacere che non ha fine», ha detto. «Hanno liberato un delinquente - ha aggiunto - un assassino incallito. Penso che dovrebbe rimanere in galera e non che sua madre mi telefoni da Forlì chiedendomi di venire a casa mia per domandarmi perdono per suo figlio. Se viene suo figlio a casa mia lo perdono con una bara. Se viene non esce con i suoi piedi, ma dentro una bara. Ho il coraggio di ammazzarlo, solo così posso star bene».

1 commento:

Anonimo ha detto...

tutti gli assassini devono rimanere in carcere, è un'offesa sia per la giustizia sia per loro stessi, è unoffesa all'umanità fargli uscire, è una vergogna dello stato e della giustizia essere così leggeri con certe leggi, basta imbecillità vogliamo la certezza della pena, ergastolo, ma senza sconti nè privilegi, a quei maledetti, nessuno ha diritto di uccidere, e tutti abbiamo dirito di vivere, ma chi l'ha fatto uscire? vi rendete conto dello sgarro crudele, che avete fatto