Bologna, 13 ottobre 2011 - Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione delle vittime della Uno bianca nel giorno della commemorazione delle 24 persone uccise dai banda tra il 1987 e il 1994, ha pronunciato un discorso molto duro: i condannati per la Uno bianca “devono restare in carcere a vita, senza sconti di pena e permessi premio”. Chi decide diversamente, prende “decisioni nocive per la societa’, perche’ chi ha commesso o coperto crimini tanto efferati non puo’ e non deve essere considerato come un ‘ladro di polli’”.
La cerimonia si è svolta nel giardino di viale Lenin che ospita il monumento alle vittime, in cui, secondo quanto scrive l'agenzia Dire, non ha risparmiato un attacco ai magistrati di sorveglianza “che si arroccano dietro alle leggi vigenti” quando invece rimarrebbe loro “la facolta’ di decidere”. E soprattutto, dice Zecchi, “tutti coloro che concedono permessi ai detenuti dovrebbero rileggere, almeno una volta, i 60 faldoni di documenti processuali custoditi all’associazione e farsi un esame di coscienza”.
Gli attacchi piu’ duri, pero’, Zecchi li riserva al Governo, che con “comportamenti equivoci sta liquidando tutti i tristi avvenimenti accaduti sul nostro territorio”. Per l’associazione dei familiari e’ colpevole soprattutto per le sue assenze: “Sarebbe doveroso, per restituire un briciolo di dignita’ all’Italia, la presenza annuale di un componente del Governo alle commemorazioni di Ustica, del 2 agosto e alla nostra”. E non solo. “Non vi sembra che il Governo di un paese democratico debba essere piu’ vicino a chi ha subito torti, piuttosto che tutelare chi li ha commessi?”, e’ una delle tante domande retoriche del discorso di Zecchi, che se la prende anche con l’ex ministro della Giustizia, Angelino Alfano
Riferendosi ad Alfano, Zecchi ricorda che l’anno scorso, quando il ministro incontro’ l’associazione dei familiari delle vittime, “apparì partecipe e promise giusta sorveglianza, oltre che la personale partecipazione alla commemorazione”, eppure “dopo pochi mesi venne concesso, per uno di loro, un permesso premio, seguito da molti altri, nonche’ la possibilita’ di lavorare in un call center estero alla struttura carceraria”. Le “nostre vittime- prosegue la presidente dell’associazione- meritano la certezza della pena, perche’ la banda dei Savi a loro non ha concesso sconti o perdono di sorta”.
Quanto alla parola “perdono”, Zecchi oggi come in tante altre occasioni ribadisce di non volerne sentir parlare. “Che nessuno parli di perdono perche’ il perdono si concede a chi ha sbagliato una volta, pentendosi immediatamente e non reiterando il reato per tanti anni”. Per “avere una vera giustizia- si interroga ancora Zecchi- non vi pare che i detenuti condannati in tre gradi di giudizio debbano rimanere in carcere a vita, come da sentenza, senza usufruire di sconti di pena o permessi di esprimere la propria preferenza sul luogo di detenzione, il permesso di potersi sposare, di studiare e lavorare fuori dalla struttura carceraria, godere di permessi premio a proprio piacimento?”.
Senza contare la “diversita’ di trattamento penitenziario- che l’associazione rileva- tra i delinquenti della Uno bianca e quello riservato a povere persone che hanno smarrito la giusta via, come drogati o semplici ladruncoli”. Zecchi si appella ancora al Governo esortandolo a “recuperare i valori fondamentali del nostro paese” e aggiunge: “Vogliamo continuare a lasciare che le nuove generaioni si ispirino alle veline e ai calciatori o trasmettere l’insegnamento che le nostre vittime hanno lasciato in patrimonio di educazione civica”?”.
Alla cerimonia di oggi pomeriggio, che ha preso il via dopo l’arrivo al giardino di via Lenin della staffetta podistica “Vittime Uno Bianca”, hanno preso parte tutte le autorita’ cittadine, militari e civili. Oltre a diversi parenti delle vittime, alla commemorazione hanno partecipato Daria Bonfietti e Paolo Bolognesi, i due presidenti delle associazioni dei familiari delle vittime della strage di Ustica e della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Per la Provincia c’era il vicepresidente Giacomo Venturi, per la Regione il capogruppo Pd Marco Monari e per il Comune il sindaco Virginio Merola, al suo debutto a fianco di Zecchi in questa occasione.
Al sindaco e in generale a tutta la citta’, Zecchi nel suo intervento ha rivolto un appello: “La storia di questo territorio e’ un patrimonio da non disperdere e le nostre energie continueranno nella sua divulgazione”, premette Zecchi, ragion per cui “per onorare le nostre vittime chiediamo uno sforzo collettivo di dignita’”.
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