Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

venerdì 4 novembre 2011

Questi omicidi devono essere puniti senza sconti!


Cara Barbara, questa è la storia di Barbara Perri:

BARBARA Perri nata a Napoli il 27-02-1973 ultima di una famiglia di 3 sorelle e un fratello,  e piccolina , si trasferisce a Milano con la famiglia in cerca di una vita migliore. Il papà trova lavoro, ma la mamma con 4 figli piccoli non riesce a lavorare.
Mentre crescono i figli, durante una vacanza dai nonni Barbara incontra un uomo che si invaghisce di lei, e, ritornando a Milano, mantengono  l'amicizia. ,Si scrivono e si telefonano, fino all'età di 18 anni, poi decidono di sposarsi, così Barbara si trasferisce a Napoli con suo marito. L’inizio è bello, tutto ok, ma dopo incominciano le responsabilità della famiglia,  del dovere verso di essa,  dopo un po’ lui cambia. Cominciano i litigi che si placano con l’arrivo di una bimba, ma per  poco. Lui diventa piano piano arrogante, offensivo verso Barbara, intanto anche la bimba cresce, Barbara deve rinunciare alla famiglia lontana, e si dedica a lui e la bimba. Lui decide di iniziare un lavoro indipendente, i primi tempi  ci sono le responsabilità per l’avvio dell’attività ma nel frattempo lui diventa sempre più ossessivo verso la moglie. Lavorando in proprio, ha un po’ di tempo in più per se stesso, diventa sempre più affettuoso verso il proprio padre e sempre meno verso la moglie e la figlia.  Litigi , pretese, insulti che fanno diventare Barbara nervosa. Lui la fa sentire inutile, con insulti e schiamazzi, intanto dopo 8 anni nasce un'altra bimba ma lui peggiora, Barbara cerca di  dedicarsi alle figlie visto che lui non  la cerca , e  la tratta sempre peggio, alla fine,  durante una vacanza dai genitori a Milano, decide di non tornare più dal marito violento, vuole stare dalla mamma a Milano. Qui le ritorna il sorriso spento a causa dei maltrattamenti del marito verso il quale lei era affettuosa. Con i genitori, le sorelle e il fratello si sentiva finalmente sicura, ma un giorno lui l’ha chiamata dicendogli che stava molto male, lei corse a vedere, ma era un tranello. Rientrata a Milano e decisa a non rovinare la vita delle figlie fa visita alla sorella Daniela che vive a Monza. Lui la raggiunge, quando arriva ci sono anche Daniela, suo marito, e un cugino che si convince essere amico di Barbara. La gelosia lo assale. Edoardo Fernandez , questo il suo nome, va su tutte le furie, vuole essere lasciato solo per parlare con la moglie, viene accontentato, ma non appena soli comincia a litigare, c'è una colluttazione che i vicini sentono, le voci sono alterate, perfino il portiere gli dice di calmarsi, ma nessuno interviene, e lui la strangola. La lascia a terra senza vita poi va dal portiere, si fa dare da bere e gli dice che ha ucciso la moglie. Era graffiato. A questo punto va verso Napoli dove si costituisce. Gli è stato detto che costituirsi è considerato attenuante.  Era il 21 settembre 2003,  oggi è libero. Tra premi e sconti solo 7 anni vale la vita di Barbara, la giustizia italiana ancora  fa  faville. Gli assassini sono premiati e le vittime dimenticate insieme ai loro familiari. La loro vita è straziata da una tragedia, una morte prematura voluta da un delinquente che non avrà mai il perdono. Lui ha già vicino una donna che colmerà i suoi vuoti, il premio per la sua bravura. Lui è libero. Barbara invece non vedrà più le sue figlie crescere e loro non avranno più lei per colmare i vuoti. Vergogna alla giustizia italiana. Noi vogliamo la certezza della pena, questi omicidi devono essere puniti a dovere!!!
Letizia Marcantonio

Nessun commento: