Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

venerdì 7 ottobre 2011

Vittime per Sempre. Lettura pubblica durante la manifestazione culturale "Ad Alta Voce".



Tratto da Repubblica Bologna:
"È dedicato alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia il programma di "Ad Alta Voce" 2011, la maratona di lettura organizzata da Coop Adriatica per sostenere il servizio di "Ausilio per cultura" (il recapito dei libri a domicilio per chi non è più autosufficiente), ma più in generale per promuovere la cultura come valore di solidarietà. L'appuntamento è per domani, ma fin da oggi, alle 18, vi sarà un prologo a Palazzo Caprara, sede della Prefettura, e poi a Palazzo d'Accursio (ore 18.45). Padrone di casa sarà il prefetto Angelo Tranfaglia, accompagnato da Flavia Franzoni Prodi, da anni nel comitato d'onore della manifestazione letteraria. E insieme introdurranno la lettura di Nando Dalla Chiesa di pagine di Giuseppe Fava e del giudice Rosario Livatino. CONTINUA A LEGGERE

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