Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

venerdì 21 ottobre 2011

Riforma della giustizia solo con il consenso dei cittadini. Deve considerare tutte le parti in gioco, non solo imputati e colpevoli!


Caro Presidente Berlusconi,
le parti in gioco, quando si parla di giustizia, sono due: colpevole e Vittima. In mezzo c'è l'accusato, che certo, se non c'è flagranza di reato - ma solo in questo caso - deve avere le dovute garanzie. Ma ogni volta che si parla di giustizia, si dimenticano i cittadini. La loro incolumità, la prevenzione del danno, l'intervento quando il reato è avvenuto. E' ora di cambiare. Dimostri ai cittadini di tenere alla loro serenità, alla loro vita, più di quanto tiene al Suo Governo. Oggi leggo della Sua cena con l’Onorevole Pannella e in concomitanza una sua frase che suona però stonata: “Ora la riforma della giustizia”. Stonata sì, perché la giustizia, quella vera, serve a tutelare i cittadini colpiti dal reato, non i delinquenti che Pannella vorrebbe fare uscire di prigione.

Chissà perché, il giorno del voto per Milanese, quei cartelli alzati dai radicali con su scritto “Amnista” mi avevano gelato il sangue...Sangue, come quello versato da migliaia di cittadini per mano di balordi o di persone che pur non essendolo non hanno però la capacità e la voglia di rispettare le regole e gli altri.

Non potete discutere di Amnistia senza chiedere il parere dei cittadini, colpiti o meno dai reati. L’Amnistia non può essere merce di scambio in un paese civile, perché la pena è garanzia di libertà. La pena è la forza della legge e dello Stato, è quel sensibile motivo, come diceva Beccaria, che impedisce agli uomini di commettere illeciti.
Caro Presidente si informi, chieda quante persone sono morte per mano di indultati dopo l’indulto più criticato della storia da tutti gli Stati. S'informi, inviti a cena i familiari delle Vittime di omicidio, le Vittime della violenza, della pedofilia e chi si batte per loro come fanno i radicali per difendere quei cittadini che non rispettano il patto sociale procurando un dolore lancinante agli innocenti... 
Non so se la notizia sia vera, ma se lo è mi mette addosso infinita tristezza, da Dagospia del 15 settembre leggo:

NITTO PALMA TRASLOCA IN PRIGIONE…
A fine luglio, divenuto ministro della Giustizia, Nitto Palma ha rifiutato i lavori che avrebbero «messo in sicurezza» la sua abitazione privata. Il guardasigilli ha ritenuto eccessivo il costo, circa 350 mila euro, e ha preferito traslocare in un appartamento contiguo alla prigione romana di Regina Coeli.
«Da lì» dice Palma «spesso la notte ascolto le voci dei detenuti che dialogano coi familiari, a distanza. Sono grida quasi sempre strazianti. Una sera c'era un bambino che chiamava "papà" e da allora continuo a domandarmi quale sia la situazione di quell'uomo, se sia un condannato o no. E visto che più del 40 per cento dei 67.500 detenuti è in attesa di giudizio, e che ogni anno passano nelle carceri 90 mila persone senza sentenza (e in 38 mila ci stanno da tre a 30 giorni), credo sia giusto pensare a una riforma della custodia cautelare, trovando sistemi alternativi». (M.T.)
Il Ministro Palma il 29 settembre 2011 (data da lui scelta) avrebbe dovuto partecipare al primo incontro tra familiari delle Vittime di omicidio stradale e Istituzioni, svoltosi alla Camera dei Deputati nella Sala del Mappamondo. Un mezzo miracolo che ha visto deputati e senatori Idv, Pd, Pdl insieme, ad ascoltare le testimonianze e a cercare risposte concrete e bipartisan. 
I familiari delle Vittime (di qualsiasi tipo di omicidio), come quel bambino che chiamava "papà" ascoltato dal Ministro, gridano ogni giorno e ogni notte invano il nome dei loro figli, dei loro padri, dei loro mariti o delle loro mogli. Ma mentre quel papà a casa potrà tornare, una volta pagato il suo debito alla società, i cari di queste persone non torneranno mai più. Sono morti e si trovano in una prigione buia, fredda, stretta e definitiva: una bara. E questo a causa della scelta - più o meno ragionata non importa - di qualcun altro.
E come pensa vivano quelle persone, spesso donne e bambini, che hanno subìto la violenza sulla propria pelle? Come si sentirebbero se chi ha fatto loro del male uscisse da quella prigione nella quale è così difficile, sempre più difficile, farli entrare, ma che è necessaria per garanitre le libertà civili e per ristabilire quell'idea di giustizia scritta nel nostro Dna?
Il Ministro quel giorno non si è presentato. Aveva altro di più importante da fare, pare addirittura con Lei. Mi corregga se sbaglio. Un impegno così importante da non permettergli di trovare il tempo di inviare due righe di scuse e di vicinanza a chi si trova nel carcere perenne del dolore più grande, ingiustamente condannato dagli uomini alla pena eterna; dalla società che rifiuta il dolore all'emarginazione; dagli apparati dello Stato, troppo spesso, all'ingiustizia.

Suggerirei al Ministro di traslocare di fianco a un cimitero per sentire i pianti disperati dei familiari delle Vittime e a Lei, Presidente Berlusconi, di unirsi a queste persone per prendere un caffè in quelle case che parlano di una gioia passata, di un presente ovattato, confuso, spaccato e di un futuro che solo i colpevoli possono ancora immaginare.
Ci piacerebbe tanto Presidente, e in quel “ci” c’è tanta, ma davvero tanta gente! 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Onorevole che il ministro si preoccupi di non sperperare i soldi pubblici (una mosca bianca) onorevole anche che si preoccupi per chi soffre, spero che anche le Vittime possano occupare i suoi pensieri...
Giuseppe