Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

domenica 12 febbraio 2012

Finalmente anche in materia di Vittime si comincia a seguire L'Europa!


Il Tribunale di Torino ha condannato  la Presidenza del Consiglio al pagamento della cifra di € 90 mila, quale indennizzo per una ragazza  piemontese che nel 2005 venne aggredita e violentata da due stranieri.
Infatti, secondo  la direttiva 2004/80/CE del Consiglio del 29 aprile 2004 “ Tutti gli Stati membri devono provvedere a che le loro  normative nazionali prevedano l’esistenza di un sistema di indennizzo delle vittime di reati intenzionali violenti commessi nei rispettivi territori, che garantisca un indennizzo equo ed adeguato delle vittime” (Articolo 12, paragrafo 2, della Direttiva).
Quindi, tutti gli stati membri sono obbligati a  garantire un indennizzo alle vittime di violenze gravi avvenute sul proprio territorio, nel caso in cui i colpevoli non lo facciano.
Nel caso in esame i due stranieri, condannati a dieci anni  non avevano indennizzato la parte civile.
Purtroppo l’Italia, come anche  la Grecia, non ha mai osservato quanto stabilito dalla Ue. Ora questa sentenza costituisce senza dubbio un precedente e forse un  ulteriore incentivo   a  recepire la direttiva europea.

Tratto da http://www.consulenzaeassistenzalegale.it/

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