Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

martedì 4 ottobre 2011

Amanda e Raffaele. Anche la verità deve essere tale oltre ogni ragionevole dubbio.



Ciò che indigna qui, e che lascia un dubbio forte di colpevolezza, è la contraddizione processuale potente: colpevoli con il massimo della pena attenuata dalla giovane età; innocenti perché il fatto non sussiste. Questo dà il diritto a chiunque di dubitare e di esporre le ragioni del dubbio senza dover essere accusato, come accade spesso nel nostro paese, di giustizialismo, infantilismo, ingiustificata rabbia. Io non me la sento, come molti fanno, di accusare i pm, tutta la corte del primo grado e la polizia scientifica. Non prima della Cassazione che valuterà eventuali vizi di forma processuali. Come non posso sentire, in funzione di quanto detto sopra, la gioia nel cuore perché due innocenti sono liberi. Che lo siano davvero, almeno processualmente, sarà il terzo grado di giudizio a dirlo. 
In Italia accade che se sei giudicato colpevole in due gradi di giudizio - a volte perfino se colto in flagranza (vedi Alessi) - non puoi essere definito colpevole fino al terzo grado, tanto da poter usufruire di misure detentive che ti permettono di passare gran parte della giornata fuori dal carcere, in attesa della Cassazione.  Questo deve valere anche in casi come questo dove due processi danno due risultati opposti. Il dubbio sulla colpevolezza al momento resta, e forte. Forse lo scioglieranno le motivazioni della sentenza d'appello, forse no. 
Quando non c'è flagranza di reato, quando non ci sono prove inconfutabili, né il pericolo di reiterazione del reato, o la pericolosità sociale dei soggetti, sarebbe forse meglio utilizzare la misura dei domiciliari con braccialetto elettronico; accelerare il corso dei processi e diminuire lo spazio tra i diversi gradi di giudizio, questo sì. Ma non si può dire che i due ragazzi sono innocenti oltre ogni ragionevole dubbio, proprio per la particolarità del procedimento penale che, tra l'altro, ribadisco, non è ancora concluso. E proprio perché non è ancora concluso, non mi spiego, sinceramente, perché ad Amanda non è stato impedito di lasciare l'Italia in attesa della Cassazione.
Spesso si dice che non si lascia troppo spazio ai familiari delle Vittime in tribunale perché potrebbero influenzare il giudzio della Corte. Mi chiedo allora perché in Italia gli imputati possono testimoniare per ultimi, senza giuramento, di fronte a una giuria che di lì a poco andrà a giudicarli. Amanda e Raffaele hanno potuto dare la loro versione dei fatti con gli occhi gonfi di pianto, sospensioni, pause, fiati strozzati. Questo non può contribuire a suscitare quel ragionevole dubbio che li ha scagionati, nonostante il ragionevole dubbio che li colpevolizza suffragato non da uno, ma da decine di indizi definiti in primo grado inequivocabili? Indizi certo, ma "la legge stabilisce che gli indizi possono essere considerati prova, e legittimare la condanna, se sono sufficientemente numerosi, se sono univoci e se sono concordanti". E questo nel primo processo per la Corte ( totalmente penale e non in parte civile come è accaduto nel secondo grado) c'era. 
Quello che è certo è che Metz non può più parlare. I suoi familiari stanno male e a pochi importa. Di sicuro non importa ad Amanda che invece di mandare una lettera a loro, nella quale esprimere tutto il dolore che nella sua ultima testimonianza prima della sentenza ha riposto davanti ai giudici, la manda agli italiani dicendo: grazie, vi amo. O ai media americani a suon di dollari per dire di essere stata molestata. Può essere credibile una persona condannata per calunnia con il massimo della pena?
Personalmente non sono convinta della totale estraneità ai fatti dei protagonisti di questa vicenda, e sono sconcertata da un sistema giustizia che ogni giorno dimostra di tutelare la libertà più della vita. E che si rivela imperfetto. Un sistema che annulla la seconda volta le Vittime sostenuto dai media, che da sempre hanno dipinto Amanda e Raffaele come due ragazzi belli, forse un po’ ribelli, ma innocenti, e si sono dimenticati della bellezza e dell’innocenza di Meredtih, di tutte le Meredhit della terra, uccise dietro atroci sofferenze da assassini che fino all'ultimo sperano nella possibilità di farla franca. Possono farlo, basta tenere duro, confondere le acque, fare dichiarazioni contradditorie, che guarda caso arrivano solo dopo, quando intervengono gli avvocati difensori. Dichiarazioni confuse, come avvenuto nel caso di Sara Scazzi, che levano forza anche alle confessioni fatte a getto, nell'immediato, e nelle quali la verità probabilmente viene vomitata per essere immediatamente buttata via. 
La sola verità oggettiva che ci interessa più di ogni altra, al di là della personalità degli imputati, ancora tali fino al terzo grado di giudizio, lo ripeto - quello che a sua volta potrebbe nuovamente ribaltare la sentenza della Corte di Appello – è sapere chi ha ucciso Meredith Kercher oltre ogni ragionevole dubbio. Se Amanda e Raffaele sono davvero innocenti hanno diritto a un futuro roseo, ma che lo siano, appunto, oltre quel ragionevole dubbio che resta. Lo dobbiamo a Meredith, alla sua famiglia stritolata dal dolore e a loro stessi. Ritorno a Mario Alessi, giudicato due volte colpevole di stupro, sequestro di persona e rapina a mano armata con flagranza di reato, ha potuto uccidere Tommy in attesa della Cassazione. E' potuto entrare nelle case di persone che non sapevano con chi avevano a che fare e distruggere le loro vite!

Lo stesso principio valga allora per chi è dichiarato prima colpevole con il massimo della pena e poi innocente, perché saranno altri giudici a mettere la parola fine, a dare un verdetto che dobbiamo accettare. Fino ad allora ci si consenta di dissentire.
B. Benedettelli
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B. Benedettelli



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