Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

giovedì 17 gennaio 2013

E adesso cosa vogliamo dire alle donne: Andate a colloqui di lavoro accompagnate?

“Anche oggi abbiamo notizia di un’altra violenza. Questa volta un uomo, e sottolineo con precedenti, ha tratto in inganno una donna offrendole un lavoro. Per il caso di Bergamo il procuratore ha detto che le donne non devono uscire sole. Cosa vogliamo dire adesso? Agli incontri di lavoro andate accompagnate?
Per evitare tutto questo sono indispensabili le 5 P: “Promozione di una cultura del rispetto a partire dalla scuola e strette sul modello di donna proposto da media e pubblicità; Prevenzione, da effettuarsi in sinergia con gli attori dei territori per contrastare la violenza, prevedendo personale qualificato all'interno delle forze dell'ordine; Protezione delle persone a partire dalla prima denuncia, da parte delle forze di polizia, dei comuni, dei centri specializzati, delle case protette e delle associazioni; Pena, pene e sanzioni certe e severe già alla prima violenza, anche psicologica, e sanzioni per le istituzioni che non mettono in atto prevenzione e protezione e, infine, la Pietas verso coloro che sono colpiti dal reato e i loro familiari che meritano rispetto”.
Premetto che sono contro la pena di morte, tuttavia al procuratore Dettori, anziché arrendersi e consigliare alle donne di non uscire, consiglio di leggersi la frase del giudice indiano che ha condannato a morte chi ha stuprato e ucciso una bambina di 3 anni, frase che dovrebbe essere incorniciata in ogni procura e in ogni tribunale: ‘I tribunali devono avere un atteggiamento rigido nei confronti di tali crimini e devono infliggere la pena più severa possibile, così da mandare un chiaro messaggio alla società’”

Barbara Benedettelli

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