Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

domenica 2 ottobre 2011

Ascoltare anche le voci fuori dal Palazzo, dice oggi il premier Silvio Berlusconi. Bene!

Ascoltare anche le voci fuori dal Palazzo, dice oggi il premier. Bene! Le si ascoltino davvero. Si ascoltino davvero i cittadini, anche per ciò che al Palazzo non piace però. Si ascoltino le voci della gente, ma non per fare buon viso a cattivo gioco. Si ascoltino per davvero, perché la politica non può essere "soltanto" il Palazzo. 
Un esempio:
Giovedì 29 settembre a Roma è avvenuto un incontro mai realizzato prima all'interno del Parlamento. I familiari delle Vittime - di omicidio stradale in questo caso - hanno potuto parlare all'Interno della Sala del Mappamondo, davanti a parlamentari e senatori di diversi schieramenti. Un piccolo miracolo. Pdl, Pd, Idv insieme per ascoltare le voci dei cittadini colpiti dal peggior reato: l'omicidio - perchè questo è. Hanno ascoltato cittadini che fino a poco prima facevano una vita normale e che in un attimo - non a causa della fatalità ma della mancanza di rispetto delle regole di convivenza civile - si sono ritrovati dentro un doppio inferno: da una parte la morte improvvisa di chi amano, dall'altra un sistema giudiziario che tutela in primis i colpevoli, che non punisce ( dunque non previene), che non prevede nessun tipo di sostengo per loro. Ovvero per chi di noi il reato lo subisce. 
Dopo i familiari hanno parlato l'Onorevole Mario Valducci, l'Onorevole Silvia Velo, i Senatori Luigi Li Gotti e Stefano Pedica. Tutti si sono detti favorevoli a cambiare per davvero le cose, con urgenza, proponendo l'introduzione dell'omicidio stradale, l'innalzamento dei minimi, il ritiro a vita della patente, la sospensione della condizionale, una strategia di prevenzione di largo respiro. 
Ma il governo? Dov'era questo governo che si dice pronto ad ascoltare le voci fuori da Palazzo e che fatica ad ascoltare anche quelle che nel Palazzo riescono ad entrarci? 
Il Ministro Nitto Palma, che aveva confermato la presenza fino all'ultimo, non si è presentato. Non ha inviato due righe di scuse. Come dobbiamo leggere questa assenza solo in parte giustificata? 
E i giornali? Sì, quei giornali che quando muore ammazzato qualcuno volano come avvoltoi sulle macerie insanguinate. Che quando muore ammazzato qualcuno pontificano e accusano: "Linea dura!" "Adesso basta!" "Le Istituzioni facciano qualcosa", perché non ci sono stati quando le lacrime - invece del sangue - sono entrate in Parlamento per parlare alla coscienza dei politici e trovare soluzioni urgenti, concrete e bipartisan? Solo in pochi di loro hanno accolto e compreso l'importanza collettiva di un evento che finalmente ha avvicinato la gente al famoso Palazzo. Gli altri non ne erano al corrente o hanno fatto orecchie da mercante?
Il periodo è quello che è. I quotidiani hanno altro di cui sparlare, per quanto riguarda la certezza del Diritto invece non sento nulla di rassicurante. Non solo chiusura sulla certezza della pena, ma vedo anche un contrasto enorme tra due concetti: " ascoltare le voci fuori dal Palazzo e amnistia". Quali sono allora le voci fuori dal Palazzo che si preferisce ascoltare, quelle dei delinquenti o quelle dei cittadini comuni?
Noi non molliamo. Anzi, saremo sempre più uniti, sempre più numerosi nel fare sentire le nostre voci, anche quando il Palazzo apre le porte, ma non svela tutto.
Barbara Benedettelli

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