Oggi sul Corriere si legge: "Nella cella numero due, al primo piano della casa circondariale di via Saffi, centro storico di Grosseto, Matteo Gorelli, 19 anni, sta accovacciato su uno sgabello arrugginito e guarda il soffitto con un'espressione assente. Maglione rosso scuro, un grosso cerotto sulla fonte, è già l'ombra dello spietato aggressore dei due carabinieri. Ha appena incontrato l'avvocato d'ufficio Francesco Giambrone e per la prima volta ha pianto. «Come stanno i carabinieri? Ditemi come stanno, vi prego», ha domandato più preoccupato per se stesso che pentito. (...)"
La violenza non può essere giustificata né davanti alla giovane età dei colpevoli, né davanti alle lacrime postume, o a una presunta "confusione mentale", che sopraggiungono spesso, guarda caso, dopo il colloquio con gli avvocati difensori. Una macchina non è più importante della vita altrui! Niente lo è.
Non è vero che la vita non ha prezzo. Ce l'ha. Si chiama libertà. E' questo il messaggio importante che porta Vittime per Sempre e che deve essere compreso a fondo da tutti quanti. Se fai del male agli altri devi sapere che, senza ombra di dubbio né cedimento, pagherai con quella stessa libertà che ti ha portato a fare male. Tutto ha un prezzo. Deve averlo anche la vita, se non ce l'ha non siamo capaci di darle valore. Eppure senza vita non c'è niente.
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