GIUSTIZIA: 25 APRILE.
VITTIME DELLA STRADA DAL PAPA E POI IN SCIPERO DELLA FAME CONTRO AMNISTIA.
Il 25 aprile i
familiari delle Vittime della strada saranno ricevuti dal Papa, poi in una
conferenza stampa annunceranno lo sciopero della fame per introduzione omicidio
stradale e contro l’amnistia.
Il 25 aprile 2012, mentre Emma Bonino, Marco Pannella e tanti altri saranno
impegnati nella marcia a favore dell’Amnistia, chiamata “ Marcia per
l’amnistia, la giustizia e la libertà”, un gruppo di familiari delle Vittime di omicidio – in
particolare di omicidio stradale, dove l’impunità è la norma nei fatti - cominceranno lo sciopero della fame “per
dare un segnale forte a uno Stato che – spiega la scrittrice e attivista per i
diritti delle vittime Barbara Benedettelli - non tutela le vittime durante il
procedimento penale ( come richiesto dalla Decisone U.E. 2001/220/GAI,
del 15 marzo 2001) e anche dopo il reato, e che non rispetta il principio
di inderogabilità della pena, indispensabile per il reo, le Vittime e la
società. Le ripercussioni sull’intero sistema sociale, sulle Vittime e sui loro
familiari a loro volta Vittime di un sistema giudiziario che permette a chi
uccide di poter continuare la propria vita come se nulla fosse, sono
devastanti.” La protesta, che si avvarrà anche di un presidio nel quale si
daranno il cambio cittadini non colpiti dal reato, associazioni e singoli
familiari o Vittime stesse dei reati contro la persona, vuole anche contrastare
la continua richiesta di amnistia. “E’ importante, in una società civile –
continua la Benedettelli – dare dignità anche a chi si è macchiato di reati per
i quali si merita il carcere, ma la soluzione non può essere trovata, in una
società civile appunto, nella demolizione della legge attraverso un’amnistia generalizzata”.
Lo sciopero collettivo della fame per il Diritto alla giustizia, alla libertà di
vivere, alla retribuzione del grave torto subito, e per
spingere il Governo a trovare una soluzione che renda certa la pena anche per i
reati stradali, comincerà il 25
aprile a Roma durante un raduno in luogo da definire,
subito dopo l’incontro di centinaia di familiari di Vittime della strada con il
Papa voluto da Croce Castiglia. “Invitiamo - prosegue
Benedettelli - associazioni, rappresentanti dei partiti politici di ogni
schieramento, esponenti religiosi, forze di polizia,
giornalisti e cittadini che Vittime non vogliono diventarlo a unirsi a noi e ai
familiari che scipereranno, appoggiandoli in questa “battaglia” in onore della
dignità umana, del valore vita, della certezza del diritto, della ricerca di
una giustizia capace di riportare una forma di equilibrio e di impedire che
altri innocenti debbano morire. Una
battaglia che riguarda tutti quanti e che deve superare l’idea che l’economia
di un paese è più importante della vita dei suoi cittadini. I
carcerati costano? Il lavoro è un diritto anche per loro ed è anche educativo.
Dobbiamo risparmiare? Non occorrono amnistie più o meno mascherate (
inaccettabili sempre per chi dal reato è stato colpito e pericolosa per i
cittadini come ha dimostrato il vergognoso indulto del 2006). La mancanza di
severità della giustizia rende una società insicura per i suoi associati e la
legge, che ne costituisce le fondamenta, fragile come latta. Per il sovraffollamento si
attivino le carceri inutilizzate; si utilizzino le vecchie caserme;si collabori
con le strutture di recupero per tossicodipendenti; si accompagnino i rei
clandestini nei loro paesi d’origine. Le soluzioni si possono trovare in un
tavolo tecnico allargato a tutte le parti politiche e anche all’altra parte
della vicenda criminosa: Vittime e cittadini. Perché se il principio sul quale
si basa la nostra giustizia è: “meglio dieci colpevoli fuori che un innocente
in carcere”, è invece un fatto che l’innocente in carcere in un sistema garantista
che funziona può dimostrare la sua estraneità ai fatti, mentre l’innocente
ucciso da uno solo di quei dieci colpevoli è morto per sempre. Ministro
Severino, si può risparmiare senza liberare i carcerati. Per esempio si può
penare di abolire il processo di appello quando ci si trova di fronte alla
flagranza di reato dove primo grado e Cassazione sarebbero sufficienti, la pena
sarebbe certa, ci sarebbe un risparmio notevole da reinvestire nel sostegno
delle Vittime e nel rendere dignitosa la vita dei carcerati, e si risponderebbe
a diversi principi costituzionali".
L’idea di fare lo sciopero della fame è di Elisabetta De Nando - mamma
di Andrea ucciso a Peschiera Borromeo ( Mi) il 29 gennaio 2011 mentre
attraversava le strisce pedonali con il fratello gemello Cristian. Lei, insieme
a Croce Castiglia – mamma di Matteo la Nasa colpito mentre era seduto a un bar;
Erina Panepucci, mamma di Giuseppe Magnifico colpito da un auto che andava ai
150 all’ora insieme ad altri familiari di cui comunicheremo a giorni i nomi,
vanno avanti decisi, come afferma Elisabetta :" Noi scioperiamo! Vogliamo
essere ascoltati da Ministri e Deputati che si trovano a discutere sulla
riforma della giustizia perché non possono fare i conti senza considerare la
parte lesa come invece sempre avviene. Inizieremo lo sciopero della fame in
nome dei nostri figli e di quelli che vogliamo salvare e non ci fermeremo
finché non saremo ascoltati, ma senza essere presi in giro. La prima emergenza
alla quale far fronte è quella che riguarda la tutela della vita innocente”.
Aderiranno anche associazioni molto attive come: Tamara Onlus, Lorenzo Guarnieri, AGUVS, Prometeo e tante altre.
Per appoggiare lo sciopero della fame o solo l'iniziativa e per avere maggiori info rivolgersi a: info@barbarabenedettelli.com , angelo.bertoglio@libero.it
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