Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

sabato 17 settembre 2011

Prevenzione stradale e velocità



Una riduzione di 3 km/h della velocità media permetterebbe di salvare da 5.000 a 6.000 vite ogni anno in Europa, e eviterebbe da 120.000 a 140 000 incidenti, con un’economia di 20 miliardi di euro. Chi lo dice? L’Asaps? No, si tratta del risultato di uno studio del Transport Research Laboratory del Regno Unito. 
Secondo le osservazioni inglesi, l’installazione di videocamere di sorveglianza automatiche specie nei tratti e incroci più pericolosi, ha portato ad una riduzione di 9 km/h della velocità media, cosa che permetterebbe, se tale diminuzione fosse generalizzata a livello dell’Unione europea, di eliminare un terzo degli incidenti e dimezzare il numero di morti sulle strade. Crediamo che in questo studio sia racchiusa la miglior risposta a quanti insistono nel dire che la velocità non è poi la prima e più importante causa della quantità e gravità degli incidenti. Cominciamo a capire anche perché gli inglesi in pochi anni sono riusciti a far diminuire la sinistrosità del 50%, mentre in Italia ancora fatichiamo a raggiungere certi livelli. E’ anche vero, bisogna dirlo, che, come ha spiegato il simpatico corrispondente da Londra del TG1 Antonio Caprarica, la metà dei detenuti delle carceri di sua maestà è dentro per violazioni alle regole della strada. In Italia ci sarebbe da ridere. Se un agente si vede annullato (ingiustamente) un verbale dal solito GdP, per altro neppure territorialmente competente, può trovarsi chiamato a rispondere dei danni causati al vessato automobilista in termini di stress psicologico, a fronte di un verbalotto da 68 euro, per un importo di 25.000 euro da corrispondersi entro una settimana… 
Lo studio inglese costituisce tuttavia anche una stampella importante al manifesto contro i 150 nelle autostrade a 3 corsie attivato da Asaps e Sicurstrada e che ha raccolto molto consenso. Anche se ci sembra ormai di poter affermare che l’ipotesi 150 - saremmo stati l’unico paese europeo a sperimentarla - sembra ormai definitivamente archiviata. Mi sento di poter dire che, se fra le ragioni sociali che potevano motivare l’esistenza dell’Asaps ci fosse stata solo quella, potremmo ormai sciogliere l’associazione per raggiungimento dello scopo. Ma nello scopo sociale c’è il perseguimento di una più consistente sicurezza stradale e gli oltre 6.000 morti e 300.000 feriti che contiamo ogni anno sulle strade ci dicono che c’è ancora molto da fare. A cominciare proprio dalla velocità.

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