Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

mercoledì 7 settembre 2011

NON CHIAMATELO “BEL RENÈ”



È delle Vittime che dobbiamo cominciare a parlare. Sono le loro storie da raccontare. L’eroismo di ogni giorno, da quel giorno, per riuscire a non morire di dolore e di una giustizia che, ancora, non sa essere giusta.

di BARBARA BENEDETTELLI


Gabriella Vitali è la moglie di Luigi D’Andrea. Ucciso da Renato Vallanzasca il 6 febbraio del 1977, insieme al suo collega della Polizia Stradale di Bergamo Renato Barborini. Avevano trentuno e ventisette anni.

Renato Vallanzasca mi ha cambiato la vita senza che io lo volessi. Senza che io e le mie figlie avessimo colpe. Lui ha detto che gli ostacoli li abbatte. Ma noi non eravamo nemmeno un ostacolo per lui. Una cosa che aggiunge dolore al dolore, è che la gente non capisce perché vi opponete a permessi, premi, sconti di pena per chi ha cambiato le vostre vite negandola a chi amate. Perché vi fa così male?
Noi stiamo bene, per come si possa stare bene nella nostra condizione, solo quando sappiamo che gli assassini sono in carcere. Quando sappiamo che gli è stata negata quella stessa libertà di esistere che lui ha negato a chi ha ucciso e a noi. Solo così sentiamo che la giustizia è giusta. E’ stato condannato, non lo si dimentichi, a quattro ergastoli per 260 anni complessivi di reclusione. Invece…

Invece il sistema giustizia non li mette nella condizione di fare un percorso anche doloroso dentro le proprie colpe. Di assumersi la propria personale responsabilità.
No. Gli psicologi, gli educatori, dovrebbero ottenere segnali inequivocabili che chi ha ucciso ha capito fino in fondo quanto male ha fatto. Che questo male rimane per sempre perché è il frutto dell’ingiustizia. Quella che nessun essere umano può sopportare. La moglie di Vallanzasca ha avuto il coraggio di dire: “Io non capisco tutto questo odio dei parenti delle Vittime, dopo tanti anni. Lui è quello che ha pagato più di tutti.” No signora, le sue Vittime hanno pagato più di tutti. Se lei si riferisce a chi ha ucciso ed è libero in pochi anni bè, l’anomalia è questa. Non suo marito. Lui si è potuto anche sposare. Mio marito me lo ha ammazzato. Si è anche fatto le vacanze a Ischia, o Capri, io le devo ancora vedere. Poi dico: “Parli per lei. Io non odio nessuno”. Però voglio giustizia. La condanna la deve espiare per intero. Allora se così non è smettiamo di punire i bambini, smettiamo di insegnare le regole,smettiamo di seguirle perché tanto sono come il niente.
CONTINUA Vivessere - NON CHIAMATELO “BEL RENÈ”

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