Per il Diritto a una giustizia con la G maiuscola!


QUESTO BLOG NASCE DAL LIBRO "VITTIME PER SEMPRE", DI BARBARA BENEDETTELLI, SCRITTRICE E ATTIVISTA DER I DIRITTI DELLE VITTIME. UN TESTO DI DENUNCIA FORTE. PAGINE ACCORATE, SCRITTE CON PASSIONE CIVILE E RIGORE. NON UN LIBRO, UNA CAUSA - AMA DIRE LA BENEDETTELLI - CHE DEVE ESSERE DI TUTTI E CHE VA OLTRE LE IDEOLOGIE PERCHE' LA VITA E' UN BENE SUPER PARTES, COME LA GIUSTIZIA! DALL'IMPEGNO CIVILE DELLA BENEDETTELLI NASCE UN MOVIMENTO ATTIVO DI PERSONE, COLPITE O MENO DAL REATO CONTRO LA VITA: GIUSTIZIA E DIRITTI PER I CITTADINI COLPITI DAL REATO CONTRO LA VITA


"Nel testo, come nel blog, la parola Vittime, al plurale, indica i congiunti di chi è stato ucciso, mentre al singolare indica la persona uccisa. La “V” maiuscola è invece una scelta che sottolinea il valore “unico” di una condizione immeritata, non voluta, di grande e durevole sofferenza. Dobbiamo a queste persone un rispetto che, ancora oggi, non c'è. Quando vedrò la parola Vittime con la "V" maiuscola in ogni testo, ogni commento, ogni blog, ogni giornale allora potrò dire: "Le nostre parole sono arrivate all'anima del mondo e lo hanno cambiato!"

BB

mercoledì 4 aprile 2012

REATO STRADALE: Non è ansia di giustizia, è una richiesta lecita, un diritto, una necessità civile.


Cara Ministro Cancellieri,
sulle Sue affermazioni in Commissione Trasporti:
Punto 1) "Resta il dubbio - prosegue Cancellieri - sulla percorribilità della perpetuità della revoca, per i possibili profili di incompatibilità con il quadro costituzionale".
Immagino si riferisca all'articolo 16, ma dal momento che "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza" non vedo dove sia il problema. Inoltre vorrei farLe notare che la libertà di movimento non è esclusa a chi viene impedito ( per gravi motivi di sanità e sicurezza appunto) di guidare un veicolo a motore, in quanto siamo nel 2012 ed esistono mezzi pubblici che permettono di raggiungere qualsiasi luogo vicino e lontano, siamo muniti di piedi e possiamo usare senza problemi la bicicletta. E’ invece notevolmente limitata la libertà di movimento a chi si trova in una bara a causa di una persona che non ha rispettato le regole stradali e ha ucciso, in questo caso non possiamo che chiamarlo omicidio stradale.
Vorrei farLe notare anche che l’ incompatibilità costituzionale si profila invece quando la pena per il reato di omicidio non è effettiva - come avviene nel 90% dei casi di omicidio stradale - negli articoli 27 comma uno e comma tre  - articolo 3 comma due - articolo 31 comma due - e articolo zero, che non c'è ma è sottinteso e riguarda il diritto umano alla vita e alla giustizia.
Punto 2) “bisogna punire adeguatamente i comportamenti degli automobilisti prima, per prevenire”. 
Siamo d'accordo, tanto che ho trovato assurdo inserire tra i reati minori da depenalizzare proposti proprio da questo governo, quello della guida in stato di ebbrezza.
Punto 3) Omicidio stradale (perché al di là del codice quello è ogni volta che viene uccisa una persona, drogati o meno che si sia, perché non si rispettano le regole e si commette dunque non un incidente, ma un reato stradale): lei riconosce che "la prospettiva di sanzioni pesanti rappresenta un notorio fattore di deterrenza, ma sulle nuove ipotesi di intervento proposte gravano perplessità di ordine tecnico che attengono all'inquadramento giuridico della nuova fattispecie di reato con le ipotesi dolose e colpose già disciplinate dal Codice Penale"
Rispondo che la prospettiva di sanzioni pesanti è relativa rispetto alla prospettiva di sanzioni reali. Perché vede, nei fatti, le sanzioni quando si uccide, nella stragrande maggioranza dei casi non ci sono grazie ai riti premiali come patteggiamento, rito abbreviato e condizionale. La realtà deve essere considerata per quello che è specialmente se si parla di tecnicismi. Quindi la prospettiva reale dei familiari delle Vittime innocenti e anche dei cittadini tutti che non vogliono diventarlo, non è che le sanzioni ( o meglio le pene) siano pesanti, ma che siano reali: siano inderogabili ovvero effettive per rispondere al principio costituzionale di personalità della pena e di educazione del reo, al diritto naturale alla giustizia e alla vita, e siano davvero deterrenti altrimenti le regole stradali non hanno spessore come la vita.  
Punto 4) l'introduzione di un nuovo reato potrebbe creare maggiore confusione, meglio semplificare. 
Di fatto è già introdotto dal momento che, nonostante non sia trattato come tale dal codice penale e dai giudici ( che dovrebbero assumersi la responsabilità civile ogni volta che c’è flagranza di reato stradale perché le pene non sono educative in quanto nulle, grazie alla loro discrezionalità)  per distinguere questo omicidio da un altro lo si chiama “omicidio stradale” ( avviene anche nelle proposte di legge di chi non si dice d’accordo all’introduzione, assurdo no?!) Allora semplifichiamo e diminuiamo la confusione che si crea anche con altri omicidi cosi detti colposi. Eliminiamo la parola colposo, aggiungiamo stradale. Via dolo o colpa che generano confusione al punto che un primo grado dà il dolo e il suo secondo grado dà la colpa ( assurdo no?). Introduciamo attenuanti e aggravanti, eliminiamo il patteggiamento e la condizionale e rendiamo queste pene così necessarie certe, non solo per le Vittime e per rispondere alla adeguatezza della pena rispetto alla gravità del reato, ma anche per il reo e la società, sgravando il magistrato dalla enorme responsabilità della scelta. Meno complesso di quanto sempre, capace di semplificare l’attuale caos e forse di salvare qualche vita, a oggi Ministro, ancora dodici al giorno in Italia, scelte a caso.
Punto 5) "sono particolarmente sensibile all'ansia di giustizia che si leva dai familiari delle vittime della strada"
Non è ansia Ministro, è una richiesta umana e legittima di giustizia. Va accolta perché siamo tutti cittadini di uno stesso Stato.

Barbara Benedettelli


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